CHIMERA

Dario Baroli, Daniele Carpi, Ilaria Fasoli, Emanuele Ferretti, Matteo Gatti, Naomi Gilon, Carlos Hache, Bogdan Koshevoy, Margaux Laurens-Neel, Andrea Luzi, Camilla Rocchi, Andrea Samory, Diego Soldà, Dorotea Tocco

Dal 15 dicembre 2022 al 21 gennaio 2023

Inaugurazione: giovedì 15 dicembre 2022 ore 19.00 – 21.30

Candy Snake Gallery


Candy Snake Gallery presenta Chimera, mostra collettiva che riunisce le opere di artisti emergenti e mid-career di diverse generazioni, spaziando dalla pittura figurativa e astratta al disegno e la scultura. Saranno esposti anche una selezione di multipli d’artista e opere su carta formato A4. Come una chimera che ibrida più linee genetiche differenti, il progetto unisce diverse modalità espressive aprendosi ad impreviste associazioni.

Dettagliati ed enigmatici, i disegni di Dario Baroli (nato nel 1993 a Magenta, vive e lavora a Milano) uniscono diverse suggestioni legate alla trascendenza, dagli scritti di fantascienza alle credenze religiose contadine di inizio ‘800. Figure di extraterrestri si fondono a mani umane che rimandano alla gestualità utilizzata nella cura delle malattie da parte delle streghe bianche presenti nella cultura agreste.

Nelle proprie opere Daniele Carpi (nato nel 1976 a Chiavenna, vive e lavora a Como) segue un procedimento di accumulo e sottrazione per portare alla luce il costante confronto tra l’impermanenza della realtà e l’astrazione delle definizioni. Accostando elementi eterogenei cerca di assemblare un “oggetto simbolico” che comprenda insieme: stimoli percettivi instabili e regole di composizione, mutamenti imprevisti e punti di equilibrio.

I dipinti di Ilaria Fasoli (nata nel 1992 a Venezia, dove vive e lavora) presentano dettagli di corpi e tessuti, immagini ambigue che suggeriscono diversi possibili significati e metafore. Il seducente ritmo di pieghe dei tessuti sembra fondersi al corpo, in una rappresentazione enigmatica che mostra e insieme nasconde.

Traendo ispirazione dal più quotidiano street style urbano, Emanuele Ferretti (nato nel 1981 a Correggio, vive e lavora a Milano) presenta una serie di ritratti di personaggi provenienti da pianeti paralleli alla Terra, in cui, come in un casting, i singoli individui espongono una personale forma di bellezza alternativa, senza nascondere la loro storia, abitudini e stati d’animo.

Nelle proprie opere Matteo Gatti (nato nel 1989 ad Olgiate Olona, vive e lavora a Torino) ibrida elementi naturali e culturali, utilizzando materiali di natura eterogenea. Nei disegni di Matteo Gatti frammenti di realtà vengono uniti in una narrazione per immagini che fornisce una visione alternativa, ludica ed enigmatica, della quotidianità e del flusso visivo contemporaneo.

Traendo ispirazione da alcune forme della cultura popolare come la fantascienza, il cinema horror e la mitologia, nelle proprie opere Naomi Gilon (nata nel 1996 ad Arlon, vive e lavora a Bruxelles) realizza forme fantastiche in cui il mostruoso prende vita irrompendo nella quotidianità, con incursioni negli ambiti del design e della moda. Il corpo viene ritratto nelle sue possibilità di trasformazione, dando vita a chimere tra l’umano e l’animale.

I soggetti delle opere di Carlos Hache (nato nel 1990 a Madrid, dove vive e lavora) sono l’essere umano e la natura, rappresentati attraverso la semplicità dei colori primari e l’essenzialità grafica delle linee. Nelle sue opere Hache delinea uno spazio dall’atmosfera calma e pacificata, in cui diverse figure umane convivono adattandosi e relazionandosi con amore e rispetto. I suoi disegni sono realizzati su carta come su oggetti di diversa tipologia, dagli interventi ambientali agli oggetti per la casa.

Nei propri dipinti Bogdan Koshevoy (nato nel 1993 a Dnipropetrovsk, Ucraina, vive e lavora a Venezia) delinea paesaggi fantastici in cui campeggiano edifici oggi abbandonati e spesso in rovina, riportati dall’artista al loro originario splendore ed inseriti in contesti naturalistici animati da persone che svolgono attività enigmatiche. Ne risulta un mondo parallelo in cui si sommano diverse memorie che, decontestualizzate dall’ambiente originario e dipinte con colori irreali, vanno a formare scene dai toni allucinati.

Barocchi e animaleschi, i dipinti di Margaux Laurens-Neel (nata nel 1997 sulla Manica, vive e lavora a Parigi) sono contraddistinti da uno spazio saturo in cui campeggiano gatti, fiori e figure femminili. Tra Pop art, Art brut e fumetti, le opere di Margaux Laurens-Neel esprimono gli impulsi vitali con un approccio ironico ed insieme viscerale.

Partendo da un approccio ludico e ironico, la pittura di Andrea Luzi (nato nel 1997 ad Ancona, vive e lavora a Milano) è caratterizzata da segni vorticosi che evocano suggestioni animalesche, meccaniche e vegetali. Originata nel graffitismo e nella stratificazione muraria urbana, la ricerca di Andrea Luzi unisce riferimenti alla cultura popolare contemporanea, tratti per esempio dal mondo della musica e del calcio, in uno scenario da videogioco che li trasforma in icone sacrali.

Le opere di Camilla Rocchi (nata nel 1998 a Milano, dove vive e lavora) sono un invito a guardare con un diverso punto di vista ogni singola forma della realtà, sia naturale sia artificiale, per coglierne l’essenza spirituale manifesta. Sperimentando diversi mezzi espressivi la sua ricerca unisce materia e trascendenza, aprendo un dialogo tra ambiti diversi.

La pratica di Andrea Samory (nato nel 1991 a Padova, vive e lavora a Tokyo) si concentra sulla relazione tra materia biologica e concetto idealizzato di natura. La sua ricerca si riferisce a una realtà parallela in cui gli esseri sono contemporaneamente virtuali e reali, naturali e artificiali, biologici e minerali. Nelle ultime opere delle capsule levigate e dai colori cangianti sembrano forme aliene che colonizzano la materia con cui entrano in contatto, riferimento alla viralità in senso sia organico sia digitale.

La ricerca di Diego Soldà (nato nel 1981 ad Arzignano, vive e lavora a Chiampo, Vicenza) si concentra sulla struttura dell’atto pittorico che viene modificata per condizionarne il risultato. Il colore è sovrapposto in copiose stratificazioni rivelate attraverso modalità differenti, che evidenziano la processualità del dipingere e l’estetica della materia.

Nelle opere di Dorotea Tocco (nata nel 1997 a Cagliari, vive e lavora a Milano) viene indagata la femminilità prendendo in esame il perverso e l’aberrante normalizzandoli e privandoli di dogmi, in scene che vengono descritte con colori vivaci, svelando contesti intimi e privati nei quali i soggetti si mostrano nella loro vulnerabilità. L’ambiente domestico diventa teatro di situazioni potenzialmente equivoche, nelle quali a regnare è il caos e dove donne, uomini e animali si incontrano, fondendosi e confondendosi.

Dando spazio ad un’estetica kitsch, allo sporco e all’erotismo, crea una realtà nella quale i ruoli vengono ricreati con l’intenzione di superare le convenzioni morali.