WEIRD MATTER
WEIRD MATTER
Filippo Cegani, Matteo Gatti, Naomi Gilon, Bogdan Koshevoy
From 15 September to 31 October 2021
Candy Snake Gallery
The collective exhibition Weird Matter brings together the works of five artists with different languages and themes, united by the desire to express the complexity of reality by outlining hybrid and paradoxical forms.
The title of the exhibition is taken from the hypothetical form of matter, present in different cosmological theories, which due to the gravitational force reaches a density close to that of black holes.
Nelle proprie opere recenti Filippo Cegani (1993, nato a Milano, vive e lavora tra Londra e Milano) sviluppa i concetti di iper mascolinità e fragilità maschile, sviluppando un’estetica che si posiziona tra i poster aerografati kitsch anni ottanta e il filone contemporaneo di pittura post digitale. In mostra una serie di opere inedite ispirate al lettering heavy metal, in cui l’aggressività dei rovi che formano le scritte cela il significato sentimentale delle frasi di partenza.
La ricerca di Matteo Gatti (1989, nato a Olgiate Olona, vive e lavora a Torino) si sviluppa intorno al superamento della centralità dell’essere umano, con opere che sono il risultato di interventi di ibridazione di elementi naturali e culturali. In mostra una nuova serie di disegni in cui il flusso di coscienza porta a libere associazioni, in uno stato di permanente dialettica che celebra il conflitto tra elementi opposti quali mostruoso/seducente, artificiale/naturale, umano/non umano, contemporaneo/arcaico, macroscopico/microscopico, razionale/irrazionale, sentimentale/bestiale, reale/immaginario.
Traendo ispirazione da alcune forme della cultura popolare come la fantascienza, il cinema horror e la mitologia, nelle proprie opere recenti Naomi Gilon (1996, nata ad Arlon, vive e lavora a Bruxelles) realizza forme fantastiche in cui il mostruoso prende vita irrompendo nella quotidianità, con incursioni negli ambiti del design e della moda. Il corpo viene ritratto nelle sue possibilità di trasformazione, dando vita a chimere tra l’umano e l’animale. In mostra una serie di ceramiche e una stampa dell’edizione limitata “Charmeuse de serpent”.
Nei propri dipinti Bogdan Koshevoy (1993, nato a Dnipropetrovsk, Ucraina, vive e lavora a Venezia) delinea paesaggi fantastici in cui campeggiano edifici del classicismo sovietico, oggi abbandonati e spesso in rovina, riportati dall’artista al loro originario splendore ed inseriti in contesti naturalistici animati da persone che svolgono attività enigmatiche. Ne risulta un mondo parallelo in cui si sommano diverse memorie che, decontestualizzate dall’ambiente originario e dipinte con colori irreali, vanno a formare scene dai toni allucinati.